A Sinalunga torna il sorriso
Pol. Asinalonga – BNB Firenze 78 – 63
(22-18;36-36;55-52)
ASINALONGA: Mandriani 2, Mugnaioli 10, Menchetti, Corsi 6, Lisi 8, Mancini 19, Politici 15, Barbucci 8, Conti, Catoni 10. All. Frati
BNB FIRENZE: Senesi 10, Bencini, Giuntini 5, Mori 5, Andreani 10, Ravenni 4, La Notte 4, Del Cucco 4, Varvarito 16, Melani 5, Corradino. All. Pozzi
Arbitri Sansoni e Minnella
Il bello di un campionato di basket, a qualsiasi livello (che si tratti di Serie A o del torneo estivo dei revisori dei conti delle autorità portuali del Golfo di Aranci fa lo stesso), è che settimanalmente offre la possibilità di rifarsi a chi sia reduce da una cocente sconfitta.
Se poi, com’era il caso della Polisportiva Asinalonga, l’ultima giocata è coincisa con un vero e proprio massacro, sempre cestisticamente parlando, ma di quelli che rischiano di azzerare le convinzioni tecniche e psicologiche dei giocatori coinvolti, l’opportunità che si apre con il match del sabato successivo assume i tratti di un’autentica redenzione. L’eco del -37 di Arezzo infatti chiedeva a gran voce di essere attenuato, mandato in archivio, spodestato con forza dai meandri più bui delle menti offuscate dei protagonisti, dove si era insinuato, cocciuto come un tarlo.
La sfida al PalaGiannini contro i fiorentini del BNB rappresentava in questo senso una ghiotta occasione per ripartire. Sia chiaro, i crismi dell’occasione non scaturivano dal fatto che al cospetto dei sinalunghesi si presentasse una compagine inferiore e in qualche modo non troppo mal disposta ad agire docilmente da sparring partner della riavuta degli uomini di casa. Tutt’altro. I bianco-neri sono un gruppo di buonissimi giocatori, con un bel carico di esperienza alle spalle. Uno di essi in particolare, Stefano Andreani, non abbisogna certo di grandi presentazioni, a giudicare dai trascorsi di giocatore – vero, solido, concreto – di Serie A, con le maglie di Udine, Forlì, Mestre, Venezia e Firenze, negli anni in cui fuori dal campo invece si indossavano jeans stretti a vita alta (della Levi’s), imperversavano fouseaux, felpe dai colori sgargianti e si portavano i capelli cotonati simili a chiome leonine. Tuttavia i fiorentini, presi singolarmente e, come si suol dire, almeno sulla carta, denotavano una minore freschezza e un più basso tasso di atletismo rispetto ai ragazzi di Frati, in larga parte più giovincelli.
L’inizio della partita però, a discapito delle attese, è equilibrato. L’Asinalonga non riesce a correre come vorrebbe e il BNB ha gioco facile in attacco, dove il copioso numero di piazzati con i piedi per terra mandati al bersaglio garantisce una buona fluidità nel gioco offensivo. Per i padroni di casa sembrano invece palesarsi i soliti spettri sotto forma di ansie da prestazione e assenza di continuità nello sforzo prodotto sul terreno di gioco. Quando, nell’ultima azione del primo tempo, sembra andare tutto per il verso contrario rispetto a quanto prospettato nel time-out chiamato tempestivamente dalla panchina (Mancini serve una palla troppo alta che Politici, appositamente posizionato sotto canestro, non riesce ad afferrare, rovesciamento di fronte con azione praticamente speculare ma con il lungo avversario che riesce a completare il gioco, realizzando 2 punti indisturbato), Frati sembra non sapere più a che Santo votarsi. Il primo tempo si chiude sul punteggio di 36 pari.
Ricomincia la ripresa e prontamente, sulle ali dell’entusiasmo suscitato dalla rocambolesca chiusura del quarto precedente, Firenze prova a scappare. A tratti sembra perfino riuscirci, quando il tabellone luminoso laterale la segnala avanti di 5 lunghezze. La reazione dei ragazzi in bianco questa volta non tarda ad arrivare. Pareggio riacciuffato e volume della difesa che lentamente comincia ad alzarsi. È nell’ultimo periodo però che, complice anche il prevedibile calo fisico degli ospiti, i sinalunghesi prendono definitivamente il sopravvento. Decisivi la tripla di Politici… (riempite i puntini come meglio credete), quella, consueta, di Mugnaioli, puntuale come un capostazione, l’inaspettato risveglio di Lisi e i contropiedi di Mancini. Da registrare anche l’assist no-look dietro la testa di Catoni. Se Sabonis era chiamato “il principe del Baltico” per azioni come questa, il lungo senese al massimo può essere considerato “il principe del S.Paolo”, dove sovente ama intrattenere sé stesso e i compagni dopo le partite.
La sfida finisce 78-63 con la Polisportiva Asinalonga che può finalmente accennare un sorriso, seppure a denti stretti, dopo una settimana piuttosto difficile.